Nasce il primo Conservatorio di Etnobotanica d’Italia, il nostro Presidente Carmine Lupia ne è il direttore
Nasce a Castelluccio Superiore, in provincia di Potenza, il primo Conservatorio di Etnobotanica del nostro Paese, un centro di ricerca e documentazione per lo studio della Botanica e dell’Etnobotanica per diffondere e approfondire la conoscenza sedimentata nei secoli del ruolo dei vegetali per la vita dell’uomo.

L’evento di inaugurazione del 13 novembre ha visto tra i partecipanti anche Carmine Lupia, etnobotanico e presidente dell’Associazione Cammino Basiliano, questa volta nella prestigiosa veste di direttore del centro.
Il progetto ha come obiettivo la formazione universitaria e post laurea sulla Botanica applicata, l’Etnobotanica e la valorizzazione sostenibile dei territori, in particolare quelli circostanti della Valle del Mercure e area del Pollino.
Il centro di studio e visite propone l’erbario della flora lucana e mediterranea, xiloteca, spermoteca e gemmoteca, una collezione botanica unica arricchita da 3 ambiti tematici che raggruppano le specie officinali a seconda dell’utilizzo, delle epoche storiche e della provenienza geografica: il Giardino dei Semplici, il Giardino Monastico, ispirato alla tradizione dei monaci basiliani, e quello delle fragranze.

Luogo didattico teorico ed esperienziale insieme, il Conservatorio di Etnobotanica è un centro di conoscenza e cultura ambientale che ha la funzione di custodire il patrimonio naturalistico e valorizzare il territorio che lo ospita, promuovendo la riscoperta di siti naturalistici peculiari e di altissima valenza ecologica.

Il progetto ha infatti un impatto non solo sul dinamismo culturale legato alla botanica, ma anche sulla promozione e lo sviluppo di attività di impresa basate sull’utilizzo delle risorse naturali e su un intero indotto economico ad esse correlate, una visione che può incrementare lo sviluppo economico, favorire la destagionalizzazione dei flussi turistici e contrastare le condizioni di isolamento e di marginalità sociale e culturale cui spesso sono condannate tante aree interne della Basilicata.
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Progetto realizzato con il contributo della Regione Calabria